Cercando un pò di ironia nel titolo, in questo articolo vorrei sottolineare l’importanza di tutti quei passaggi “obbligati” all’interno dell’allenamento e che spesso vengono presi sottogamba o addirittura ignorati.
IL RISCALDAMENTO
Una parola che vuol dire tutto, troppo e che invece va notevolmente specificata.
Il Warm up generico: ha varie funzionalità tra cui:
- Inserirci all’interno di un nuovo ambiente dove ci stiamo immergendo, cercando una nuova forma di concentrazione sul nostro corpo e le sinapsi che precedentemente non erano poi molto in comunicazione. CONCENTRAZIONE
- Inserirci in un nuovo contesto di persone, le quali occupano lo spazio intorno a noi e si muovono con noi per organizzarlo. COLLABORAZIONE
- Iniziare a comunicare con un nuovo linguaggio e impegnarci in un’attività che di solito viene ristretta in un periodo molto limitato della giornata. IMPEGNO
Fin qui abbiamo solo iniziato a muoverci nello spazio, magari cercando almeno due o tre esercizi per le articolazioni principali, abbiamo chiacchierato e letto vagamente il WOD.
IL RISCALDAMENTO
In realtà nella sua fase più generica dovrebbe averci fatto innalzare la temperatura corporea, l’afflusso di sangue ai tessuti e la frequenza cardiaca.
In un secondo tempo, bisognerebbe accumulare un volume, non for time, di movimenti propedeutici a quelli che eseguiremo nel programma di lavoro del giorno, quindi dovremmo ascoltare o leggere quello che ci aspetta con attenzione.
Non siamo ancora nel warm up specifico ma entriamo nel dettaglio, ricordiamo le specifiche degli esercizi e la meccanica della skill richiesta.
In questa fase si fanno almeno 5-10 rep o il 20% del massimale di ripetizioni dell’esercizio e di tutte le propedeutiche (Faticando).
Se nel wod avremo un esercizio aerobico, utilizzeremo quello per riscaldarci ma a bassa frequenza.
Siamo almeno a 15 minuti di lavoro (La puntualità è tutto).
Il Warm up wod-specifico
Ormai abbiamo letto e capito cosa ci aspetta, abbiamo fatto domande e chiarito tutto con il coach e abbiamo ascoltato i suoi consigli, soprattutto se siamo di fronte ho un programma for time o addirittura un test o una gara. Iniziamo già a vedere gli esercizi e a valutarli nel loro complesso (come mi approccio al loro susseguirsi e al rest, se specificato).
Fondamentale è aver provato tutti gli esercizi specifici e averli incrementati nel volume o se presenti carichi, essersi avvicinati progressivamente al peso richiesto.
Esempio banale: se ho un lavoro al bilanciere al 80% o con un kettlebell da 32 kg, sarà necessario raggiungere quel peso con carichi inferiori e progressivi.
IL DEFATICAMENTO
A fine allenamento spesso vedo le persone scappare in doccia o mettersi a chiacchierare, abbassare la tensione è un premio ma è anch’esso l’ultima parte di un allenamento, perciò non va sottovalutato.
Fa la differenza nel recupero tra un allenamento e l’altro e può evitarci fastidiosi DOMS e migliorare il rilassamento successivo, diminuendo l’adrenalina accumulata.
- Riporta il ritmo cardiaco a valori normali ( per farlo possiamo utilizzare anche un lavoro aerobico, di nuovo a bassa intensità)
- Smaltisce le scorie metaboliche prodotte
- Evita irregolarità cardiache e ci permette di riprendere la nostra temperatura corporea senza sbalzi
- Con alcuni movimenti specifici di mobilità, rilassa le articolazioni più coinvolte nel WOD ed evita in parte i dolori muscolari che avremo (e che ci indicano che abbiamo fatto il nostro lavoro).
Non sottovalutate mai i lavori di mobilità nei giorni di riposo, la preparazione e la giusta conclusione di un allenamento.